AMORE E DOTE IN INDIA: I MATRIMONI COMBINATI
Non
vorrei in assoluto fare su questo argomento una lettura troppo occidentalizzata
o troppo europeizzata per non cadere nella critica distante e fuori del
macrocosmos indiano.
Per
cercare di capire certi aspetti sicuramente sconvolgenti per la nostra società,
bisogna entrare nel difficile , complesso e gerarchizzato sistema sociale
indiano. India è una paese con una grande estensione geografica: Superficie: 3.287.263 kmq
è composto da X stati, con una popolazione di 1.103.400.000 abitanti, 21 lingue ufficiali: La costituzione riconosce inoltre altre
21 lingue che vengono abbondantemente parlate e utilizzate nei documenti
pubblici dei vari stati, fra cui l'assamese
(Assam), il bengalese (Bengala Occidentale),
il gujarati
(Gujarat),
il kannada
(Karnataka),
il malayalam
(Kerala),
il marathi
(Maharashtra),
l'oriya
(Orissa),
il panjabi
(Punjab,
Haryana), il tamil (Tamil Nadu), il telugu (Andhra
Pradesh). Kannada, Malayalam, Tamil e Telugu sono lingue dravidiche,
le altre indoarie.
Religioni:
hinduista, musulmana, sikhs, janista, hebrea, cristina, parsi, budista… etnie.
Il
sistema politico indiano è una repubblica parlamentare, la maggior democrazia
del mondo e deve per forza delegare nei stati che formano la Union of India
creando cosi organi decentrati dalla capitale,
New Delhi, con piena autonomia e
diversi codici legali e leggi che garantiscono questo sistema federalista indiano.
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Religioni [modifica]
Schema
gerarchico sociale: le caste
La
politica indiana è in mano delle alte gerarchie sociali hindù, ciò è, dei
bhramini. Tutti i parlamentari, politici, avvocati, economisti, medici,
judici….ecc controllano dall’altro tutto il complesso macrocosmos e microcosmos
nelle realtà locali indiane.
Le
caste fondamentalmente sono 4:
Bhramini: policiti,avvocati,
guidici, economisti, commercialisti, medici, professori, sacerdoti…
Kshatriya: militari,
polizioti..
Vaishya<.Commercianti e
artigini
Shudra: personale della
pulizia
Intocabili: fuori casta
Essendo
una maggioranza hindu, questo sistema colpisce ovviamente il sistema sociale
dei membri delle altre religioni minoritarie, come la religione musulmana,
gianista, bhudista, sikkista, cristiana, parsi…
Anche
sé queste società non hanno il sistema sociale di casta, per forza, vengono
classificati in quanto ai loro lavori o professione.
La
pressione sociale è fortissima dall’alto al basso e verso le altre minoranze
religiose e altre etnie.
Chi
appartiene ad una casta non può uscirne perché sarebbe un tradimento per
induismo, e qua si potrebbe parlare dei termini Dharma una sorta di significato
come “i diriti dell’ouomo” e Karma…concetti fondamentali per l’indiano hindù
nella sua vita attuale. Per cui questa proibizione fa che il sistema sia
ermeticamente chiuso e fisso in se steso.
Come
si vive l’amore in questo tipo di società?
In
primo luogo, e per ovvie ragione accennate prima, per sposarsi in questo
difficile sistema, bisogna mantenere la casta, non è possibile sposare una
persona di diversa classe sociale, per cui, in questo senso ci troviamo già con
un primo blocco sociale più che religioso nella libertà di innamorarsi di
qualcuno/a che non sia della propria casta anzi sono i genitori della figlia
che fanno la proposta di matrimonio ai genitori del futuro sposo.
Questo
succede non solamente nei matrimoni hindù, ma in tutti, assolutamente in tutti
i matrimoni dell’India, perché è una pratica nazionale, estesa, salvo certi
casi, a tutto il continente e viene applicato in tutte le religione, anche la
cristiana al sud dell’India.
L’amore,
come tale concetto non esiste in India. Questa affermazione, che è mia, si basa
ovviamente, nella pura mancanza di libertà delle donne e anche degli uomini per
scegliere un sposo/a. L’amore, dicono loro, viene dopo il matrimonio.
Dentro
di questo variopinto panorama, il sistema sociale indiano, deve per forza
subire dei controlli per mantenere un minimo di equilibrio e non provocare
disordine nella ermetica gerarchia socio-castale. Penso che molto probabilmente i
sistemi di controllo possano essere la religione e l’uso della pratica dei
matrimonio combinati. Per cui si tratta di una pratica ancestrale che risponde
innanzi tutto ad una necessità di preservare la famiglia in una maniera
equilibrata nel tentativo di creare un rapporto “felice” tra i membri delle
comunità familiari. Forse per noi occidentali il punto più duro da capire su
questa pratica è l’obbligo assoluto delle donne di accettare in silenzio la volontà
dei genitori.
In
tanti casi, la ricerca di un marito idoneo diventa una grande fatica, in primo
luogo perché bisogna trovare fra le famiglie più o meno conosciute, un
fidanzato perbene, senza vizi, credente e praticante della sua religione,
amante della famiglia e con una attività lavorativa che gli permetta la
formazione e mantenimento della famiglia futura. In secondo luogo, la famiglia
del fidanzato deve accettare la figlia e accodare la dote entrambe famiglie.
Diventa per tanto un’impressa difficile e costosa. A volte addirittura non si
riesce a concordare il matrimonio e bisogna ripetere varie volte i pranzi per
discutere la dote finché le due parti sono soddisfatte.
La
parte preliminare dei riti nuziali consiste nella 'promessa' (vagdana) che non
è completamente vincolante. I parenti e
gli amici del ragazzo si recano in gruppo a far visita ai genitori della
giovane con qualche regalo . Qui vengono ricevuti con grande deferenza,
invitati cerimoniosamente a sedere mentre ci si accorda sui lati squisitamente
finanziari della transazione, quali l'ammontare della dote e la somma che si
vuole o può spendere per la celebrazione del matrimonio. Il futuro marito è
assente, e la possibile sposa, a volte non esce neanche, rimane in cucina preparando le pietanze per
gli ospiti o se lo farà, sarà per un breve momento per essere seriamente
osservata. Se gli ospiti sono
soddisfatti delle condizioni della famiglia e se gli oroscopi della coppia sono compatibili tra loro,
si passa ad esaminare i termini della transazione, cioè a contrattare
l'ammontare della dote e l'organizzazione della cerimonia.
Quest'ultima ha una grandissima importanza
oggi in India, perché offre alle due famiglie l'occasione di ostentare in
pubblico le proprie ricchezze. Le elevate spese appunto per la cerimonia
spettano principalmente alla famiglia della sposa e sono spesso causa di debiti
smisurati.
In
effetti questa pratica suppone un negozio, un bussnees per la famiglia del
marito e un sollievo per la materna che una volta sposata la figlia gode di un
status di famiglia benestante economicamente nel senso che “ce l’ha fatta”.
Oggi,
le doti sono molto più costose perchè includono oltre ai regali abituali come
mobili, vestiti, oro, pietre, moto, macchine, cellulari per tutti i familiari,
computer…Un matrimonio semplice per una famiglia di classe media-bassa può
tranquillamente oscillare tra 7.000 e 10.000 euro, cifra che include la dote e
la festa. Per la festa noleggiano un capannone tipo circo e portare un catering
che dura da due a tre giorni e viene servito tipo buffet. Tenendo in conto che la popolazione indiana è
molto numerosa, gli ospiti possono raggiungere un numero da 500 a 1000 persone
che sono indù, e 2.000 o 3000 se sono musulmani.
Gli
ospiti possono arrivare liberamente senza troppi orario, visto che hanno tre
giorni di festa. L’importante è sposare la figlia davanti al Bhraman o Mula. E’
molto probabile che alcune famiglie, soprattutto le più tradizionali e
ortodosse, preferiscano che la figlia non veda il viso del marito fino dopo la
cerimonia o addirittura dopo la fine della festa, prima di essere consegnata
alla famiglia paterna da chi andrà a vivere. Questa è comunque una pratica più
usata tra i musulmani. Quella notte, la figlia lascia l’appartenenza alla
famiglia materna e dovrà affrontare la nuova vita e abituarsi alla nuova
normativa controllata sempre dalla suocera che osserverà da quel momento, se la
scelta è stata fatta bene, e hanno fatto un buon business sposando al figlio.
Le
doti variano asseconda delle età delle ragazze, la casta o classe sociale la
ricchezza della famiglia..se una ragazza ha qualche malattia o difetto fisico,
sarà molto difficile sposarla oppure la famiglia dovrà pagare il doppio o
triplo per essere accettata. Nei peggiori casi, se la ragazza è stata
divorziata per volontà del marito, se la vogliono risposare, dovranno pagare un
prezzo altissimo, e non sarà sicuramente con un giovane..
E
molto difficile che una donna si riveli o esprima la sua volontà di divorziare
o si lamenti di una situazione. Nessuna delle due famiglia accetterebbe un
comportamento improprio di una donna sposata, che deve essere sempre sottomessa
al marito, al padre e alla suocera. Un comportamento non adeguato significar
ebbe la vergogna familiare di fronte alla società.
Per
aiutare le famiglie meno abbienti, che pure si sentono costrette a rispettare
questo costume, e per cercare in qualche modo di ridimensionare la portata del
costume stesso, si vanno diffondendo sempre più negli ultimi anni i matrimoni
“collettivi". Gli introductory neet attirano un gran numero di ragazzi e
ragazze che, in questo modo, vedono aumentare le possibilità di incontrare il
partner più adatto, e semplificare il lungo e oneroso iter della selezione. Nei
“ collective marriage tutte le spese sostenute vengono divise tra i
partecipanti, e sono comunque piuttosto contenute, dal momento che la cerimonia
si conclude in un solo giorno, invece che in tre come quella tradizionale. Si
tratta, inoltre, di una festa semplice, comune a tutte le coppie, che non
lascia spazio a forme di esibizionismo di nessun genere.
La maggioranza delle spose indiane è vergine al
momento del matrimonio. La verginità della sposa e la castità della moglie
erano, e sono tuttora, valori fondamentali delle diversi gruppi sociali indiani.
Una ragazza che abbia avuto una relazione prematrimoniale (che raramente
succede) oltre a ridurre le possibilità
di trovare un buon marito, ma anche alle sorelle minori, macchiando l' onore e
la reputazione dell'intera famiglia. Le ragazze sono quindi, in genere, sono
educate per essere caste e riservate, non fanno vita sociale e non si
rapportano con nessuno fuori l’ambito familiare.. e soprattutto stano zitte.
Accettano qualunque decisione dai genitori o dai fratelli grandi. Non possono
vestirsi in modo poco decoroso ne usare troppo trucco, devono usare sia il sari
che il sawar kurta, in maniera decente, e nel caso delle ragazze musulmana,
coprendosi le spalle con il “dopatta”.
Il
sesso è argomento assolutamente tabù per le giovani indiane, che in genere non
ne parlano con le proprie madri ne’ con nessuno. Di conseguenza, il primo
rapporto costituisce un'esperienza drammatica per le ragazze, ma anche, in
molti casi, per i ragazzi. Nella società rurale, spesso, nelle prime notti di
matrimonio, la sposa viene “rinchiusa" in camera con il marito. Subendo
uno "stupro legale".
I
ragazzi, a loro volta, hanno più occasioni di acquisire conoscenze di tipo
sessuale dai discorsi tra compagni di scuola, nelle città, dalle prostitute o
ultimamente dalle turiste occidentali.
I
problemi coniugali non sono mai affrontati perché per la maggior parte delle coppie il concetto
di privacy non essiste: i coniugi hanno diritto molto raramente ad una camera
propria all' interno della famiglia estesa, in genere la sposa dorme con le
altre donne e lo sposo con gli uomini. Ne deriva una scarsa intimità e, quindi,
una scarsa conoscenza tra essi, che rende il rapporto sessuale un puro atto
meccanico, privo di piacere
Tutto
questo difficile sistema fa si che avere figlie in India supponga un vero
problema. E una spesa che molte famiglie non si possono permettere. I soldi
sono fondamentali, e alcune famiglie passano tutta la vita risparmiando per
sposare le ragazze.
I figli maschi vanno a
lavorare prima di aver finito gli studi, possono uscire e fare una vita più o
meno libera.
Le ragazze finiscono a 14
anni la formazione scolastica e lavoreranno a casa per imparare i lavori
domestici e prepararsi per il matrimonio. Non esiste la volontà di sapere,
studiare, realizzarsi nella vita. Solo la preparazione per il matrimonio nel
contesto familiare. Non devono essere viste da nessuno per non creare problemi
di “innamoramenti non desiderati”
CITAZIONE.
ANOOP, PANKAJ, IQBAL
ANOOP
JAIN: 36 anni Guida turistico lingua spagnola, janista, buon livello economico.
Sposato, tre figli:
“Non
conoscevo lei, e non è stato gradevole. Le donne accettano e non dicono niente.
Sono preparate per la procreazione. Le europee sono più belle e più
intelligenti..sano usare l’informatica e viaggiano da sole”
PANKAJ:
21anni, lavora in Spagna da due anni, hindù
“In
India esiste l’amore emozionale non pratico, e un sogno, un “dreams”. Penso che
non è una buona cultura per le nuove generazioni”
ASIF
KAHN, 35 anni, fidanzato con una europea. Musulmano
“Quando
parlo del matrimonio della mie sorelle mi fa mal la testa, io non posso
cambiare l’India, devo fare quello che si aspettano da me…”
PUSHPA
SING: 42 anni, poliziotta, sposata, il marito sposato con un’altra donna,
vivono tutti insieme. Adesso ha solo due figli maschi, la ragazza morì l’anno
scorso vittima di un suicidio. Di idee moderne, vuole cambiare vita, ma il
sistema non glielo permette. Prima della morte della figlia mi diceva:
“Vorrei
tanto un uomo straniero per la mia figlia, che l’ami e che abbiamo soldi, poi
andiamo tutti via da qua…!
Ho
sentito alcune ragazze, svelare che avevano paura di sposarsi con un ubriaco o
con un violento…ma parlano poco dell’argomento, ma vivono tutta la vita con la
paura e l’ansia. Hanno sentito parlare dei suicidi domestici, degli assassini a
casa del marito per non avere saldato la famiglia della ragazza la dote
accordata.
E’ un
mondo scioccante e contraddittorio. La
televisione di oggi, e il cinema di Bombay offrono modelli sociali diversi
proponendo al pubblico indiano dei “dolci che non si possono mangiare”…se si
rimane in India.
In
cinema di Bollywood, con i suoi stereotipi e clichè, disegna un’immagine diversa di quello che è la vera
realtà indiana. Esistono film d’autore, come i film della gran registra Deepa
Metha, ma la maggioranza della popolazione indiana non vuol vedere, perché fa
male, perche non sono autocritici o non vogliono esserlo, perche sicuramente
non vogliono discutere o polemizzare contro un sistema che molto probabilmente
ritengono ingiusto ma che purtroppo e dovuto alla pressione sociali non possono
cambiare o modificare.
L’argomenti
dei film, le canzoni dei film tutte romantiche di queste coppie che cantano
parole di amore nei campi o nelle montagne delle Hymalaya, Londra, Svizzera anche, canzoni che tutti conoscono e
che rimangono come un sogno, un “beautiful
indian’s dream” e che mai sarà raggiungibile, una realtà mai conosciuta.
Secondo Marco Restelli “cinema indiano, la globalizzazione e
l’Italia” Un’oliata macchina per la produzione di sogni, cioè masala movie pensati per un
pubblico popolare per il quale il cinema è sempre stato puro “territorio del sogno”, camera di compensazione delle
miserie della realtà, spettacolarizzazione dei sentimenti (sostenuta da una
recitazione che a occhi occidentali risultava enfatica e straniante), largo uso
di numeri di musica e danza (mediamente sei a film) derivati da una
intelligente reinterpretazione delle tradizioni musicali e teatrali dell’India
classica . Un cinema per definizione “di evasione” che però talvolta riuscì
anche a parlare dell’India reale in termini accessibili a un pubblico spesso
analfabeta
Negli
ultimi anni, stanno capitando molti rapporti tra indiani e straniere, per cui i
matrimoni misti. Per i ragazzi è un vantaggio rapportarsi con una donna
occidentale, in primo luogo possono vivere un rapporto veramente sentimentale,
un rapporto di coppia vero e proprio e in secondo luogo da la possibilità di
conoscere il mondo, un’altra cultura, e forse trovare un lavoro all’estero per
migliorare l’economia familiare indiana. Oltre al divertimento, come andare al
ristorante, cinema, teatro, discoteche, ecc. che non è possibile farlo con le
donne indiane hanno la libertà di vita, di innamorarsi e sentire l’amore. E
questo forse, un’altra motivazione che porta alla diaspora anche fuori del
paese, per la libertà e la creazione di un nuovo nucleo familiare privo di
queste responsabilità della società indiana.
Cosa
aspetta in futuro alle nuove generazione della tecnologia, dell’informatica,
dell’industrializzazione, dell’internazionalizzazione dei nuovi mercati?
Per
quanto riguarda al matrimonio in diaspora in Italia, dobbiamo dire innanzitutto
che non sono tanti gli indiani che lasciano l’India e si spostano qua per
lavoro. Sono stati i sikks, provenienti dal Punjab indiano quelli che si sono
sistema in zone di Emilia come Reggio Emilia, Parma, Piacenza…e che fanno
lavori nei campi e allevamento di cavalli soprattutto. Quando portano le moglie
qua, queste subiscono un tremendo sciok culturale e rimangono a casa a fare i
lavori domestici e senza parlare ne’ imparare la lingua italiana. Sono
praticamente isolate in una società che non capiscono ne vogliono capire perché
è considerata libertina, alcolizzata e piena di brutte costumi che possono
mettere a disaggio e in conflitto la rigida educazione indiana.
Normalmente
la fidanzata la trovano in India e la portano in Italia. Può capitare come è
successo in passato, un matrimonio misto fra indiano e italiana, ma in questo
momento la legge indiana speciale per matrimoni misto è stata abolita, perché
tanti punjabi hanno falsificato la documentazione richiesta per il matrimonio
in Italia, e questo ha fatto che il governo indiano non conceda più il “nulla
osta” per matrimonio straniero. Italia senza saperlo ha sposato ragazzi già
sposati in India o che era fidanzati e si sono spossati dopo avendo la donna
italiana.
In
questo modo io governo indiano assicura comunque l’equilibrio del sistema
indiano celebrando matrimonio con rituali religiosi indiani e Italia non genera
poligamia all’insaputa.
Vediamo
per tanto che è un sistema chiuso a sé, e che forse le nuove generazione
potranno cambiare o modificare, ma non sarà facile, ci vorrà tempo e
sicuramente un’attuazione delle donne, un svegliarsi al mondo e questo suppone
una gran lotta sociale che devono intraprendere se vogliono la libertà di
decidere il loro futuro.
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