viernes, 18 de abril de 2014

AMORE E DOTE IN INDIA: I MATRIMONI COMBINATI (Texto in lingua italiana)

AMORE E DOTE IN INDIA: I MATRIMONI COMBINATI

Non vorrei in assoluto fare su questo argomento una lettura troppo occidentalizzata o troppo europeizzata per non cadere nella critica distante e fuori del macrocosmos indiano.
Per cercare di capire certi aspetti sicuramente sconvolgenti per la nostra società, bisogna entrare nel difficile , complesso e gerarchizzato sistema sociale indiano. India è una paese con una grande estensione geografica: Superficie: 3.287.263 kmq è composto da X stati, con una popolazione di 1.103.400.000  abitanti, 21 lingue ufficiali: La costituzione riconosce inoltre altre 21 lingue che vengono abbondantemente parlate e utilizzate nei documenti pubblici dei vari stati, fra cui l'assamese (Assam), il bengalese (Bengala Occidentale), il gujarati (Gujarat), il kannada (Karnataka), il malayalam (Kerala), il marathi (Maharashtra), l'oriya (Orissa), il panjabi (Punjab, Haryana), il tamil (Tamil Nadu), il telugu (Andhra Pradesh). Kannada, Malayalam, Tamil e Telugu sono lingue dravidiche, le altre indoarie.
Il numero di dialetti in India è di ben 1.652.[58]
Religioni: hinduista, musulmana, sikhs, janista, hebrea, cristina, parsi, budista… etnie.
Il sistema politico indiano è una repubblica parlamentare, la maggior democrazia del mondo e deve per forza delegare nei stati che formano la Union of India creando cosi organi decentrati dalla capitale,  New Delhi,  con piena autonomia e diversi codici legali e leggi che garantiscono questo sistema federalista indiano.
#
Popolazione
1
166.197.921
2
96.878.627
3
82.998.509
4
80.176.197
5
76.210.007
6
62.405.679
7
60.348.023
8
56.507.188
9
52.850.562
10
50.671.017
11
36.804.660
12
31.841.374
13
26.945.829
14
26.655.528
15
24.358.999
16
21.144.564
17
20.833.803
18
Delhi (Territorio)
13.850.507
19
10.143.700
20
8.489.349
21
6.077.900

Altri 14 Stati/Territori
16.220.385

Totale
1.027.015.247

Religioni [modifica]

Schema gerarchico sociale: le caste
La politica indiana è in mano delle alte gerarchie sociali hindù, ciò è, dei bhramini. Tutti i parlamentari, politici, avvocati, economisti, medici, judici….ecc controllano dall’altro tutto il complesso macrocosmos e microcosmos nelle realtà locali indiane.
Le caste fondamentalmente sono 4:
Bhramini: policiti,avvocati, guidici, economisti, commercialisti, medici, professori, sacerdoti…
Kshatriya: militari, polizioti..
Vaishya<.Commercianti e artigini
Shudra: personale della pulizia
Intocabili: fuori casta
Essendo una maggioranza hindu, questo sistema colpisce ovviamente il sistema sociale dei membri delle altre religioni minoritarie, come la religione musulmana, gianista, bhudista, sikkista, cristiana, parsi…
Anche sé queste società non hanno il sistema sociale di casta, per forza, vengono classificati in quanto ai loro lavori o professione. 
La pressione sociale è fortissima dall’alto al basso e verso le altre minoranze religiose e altre etnie.
Chi appartiene ad una casta non può uscirne perché sarebbe un tradimento per induismo, e qua si potrebbe parlare dei termini Dharma una sorta di significato come “i diriti dell’ouomo” e Karma…concetti fondamentali per l’indiano hindù nella sua vita attuale. Per cui questa proibizione fa che il sistema sia ermeticamente chiuso e fisso in se steso.
Come si vive l’amore in questo tipo di società?
In primo luogo, e per ovvie ragione accennate prima, per sposarsi in questo difficile sistema, bisogna mantenere la casta, non è possibile sposare una persona di diversa classe sociale, per cui, in questo senso ci troviamo già con un primo blocco sociale più che religioso nella libertà di innamorarsi di qualcuno/a che non sia della propria casta anzi sono i genitori della figlia che fanno la proposta di matrimonio ai genitori del futuro sposo.
Questo succede non solamente nei matrimoni hindù, ma in tutti, assolutamente in tutti i matrimoni dell’India, perché è una pratica nazionale, estesa, salvo certi casi, a tutto il continente e viene applicato in tutte le religione, anche la cristiana al sud dell’India.
L’amore, come tale concetto non esiste in India. Questa affermazione, che è mia, si basa ovviamente, nella pura mancanza di libertà delle donne e anche degli uomini per scegliere un sposo/a. L’amore, dicono loro, viene dopo il matrimonio.

Dentro di questo variopinto panorama, il sistema sociale indiano, deve per forza subire dei controlli per mantenere un minimo di equilibrio e non provocare disordine nella ermetica gerarchia socio-castale.  Penso che molto probabilmente i sistemi di controllo possano essere la religione e l’uso della pratica dei matrimonio combinati. Per cui si tratta di una pratica ancestrale che risponde innanzi tutto ad una necessità di preservare la famiglia in una maniera equilibrata nel tentativo di creare un rapporto “felice” tra i membri delle comunità familiari. Forse per noi occidentali il punto più duro da capire su questa pratica è l’obbligo assoluto delle donne di accettare in silenzio la volontà dei genitori.
In tanti casi, la ricerca di un marito idoneo diventa una grande fatica, in primo luogo perché bisogna trovare fra le famiglie più o meno conosciute, un fidanzato perbene, senza vizi, credente e praticante della sua religione, amante della famiglia e con una attività lavorativa che gli permetta la formazione e mantenimento della famiglia futura. In secondo luogo, la famiglia del fidanzato deve accettare la figlia e accodare la dote entrambe famiglie. Diventa per tanto un’impressa difficile e costosa. A volte addirittura non si riesce a concordare il matrimonio e bisogna ripetere varie volte i pranzi per discutere la dote finché le due parti sono soddisfatte.
La parte preliminare dei riti nuziali consiste nella 'promessa' (vagdana) che non è completamente  vincolante. I parenti e gli amici del ragazzo si recano in gruppo a far visita ai genitori della giovane con qualche regalo . Qui vengono ricevuti con grande deferenza, invitati cerimoniosamente a sedere mentre ci si accorda sui lati squisitamente finanziari della transazione, quali l'ammontare della dote e la somma che si vuole o può spendere per la celebrazione del matrimonio. Il futuro marito è assente, e la possibile sposa, a volte non esce neanche,  rimane in cucina preparando le pietanze per gli ospiti o se lo farà, sarà per un breve momento per essere seriamente osservata.  Se gli ospiti sono soddisfatti delle condizioni della famiglia e se gli  oroscopi della coppia sono compatibili tra loro, si passa ad esaminare i termini della transazione, cioè a contrattare l'ammontare della dote e l'organizzazione della cerimonia.
 Quest'ultima ha una grandissima importanza oggi in India, perché offre alle due famiglie l'occasione di ostentare in pubblico le proprie ricchezze. Le elevate spese appunto per la cerimonia spettano principalmente alla famiglia della sposa e sono spesso causa di debiti smisurati.
In effetti questa pratica suppone un negozio, un bussnees per la famiglia del marito e un sollievo per la materna che una volta sposata la figlia gode di un status di famiglia benestante economicamente nel senso che “ce l’ha fatta”.
Oggi, le doti sono molto più costose perchè includono oltre ai regali abituali come mobili, vestiti, oro, pietre, moto, macchine, cellulari per tutti i familiari, computer…Un matrimonio semplice per una famiglia di classe media-bassa può tranquillamente oscillare tra 7.000 e 10.000 euro, cifra che include la dote e la festa. Per la festa noleggiano un capannone tipo circo e portare un catering che dura da due a tre giorni e viene servito tipo buffet.  Tenendo in conto che la popolazione indiana è molto numerosa, gli ospiti possono raggiungere un numero da 500 a 1000 persone che sono indù, e 2.000 o 3000 se sono musulmani.
Gli ospiti possono arrivare liberamente senza troppi orario, visto che hanno tre giorni di festa. L’importante è sposare la figlia davanti al Bhraman o Mula. E’ molto probabile che alcune famiglie, soprattutto le più tradizionali e ortodosse, preferiscano che la figlia non veda il viso del marito fino dopo la cerimonia o addirittura dopo la fine della festa, prima di essere consegnata alla famiglia paterna da chi andrà a vivere. Questa è comunque una pratica più usata tra i musulmani. Quella notte, la figlia lascia l’appartenenza alla famiglia materna e dovrà affrontare la nuova vita e abituarsi alla nuova normativa controllata sempre dalla suocera che osserverà da quel momento, se la scelta è stata fatta bene, e hanno fatto un buon business sposando al figlio.
Le doti variano asseconda delle età delle ragazze, la casta o classe sociale la ricchezza della famiglia..se una ragazza ha qualche malattia o difetto fisico, sarà molto difficile sposarla oppure la famiglia dovrà pagare il doppio o triplo per essere accettata. Nei peggiori casi, se la ragazza è stata divorziata per volontà del marito, se la vogliono risposare, dovranno pagare un prezzo altissimo, e non sarà sicuramente con un giovane..
E molto difficile che una donna si riveli o esprima la sua volontà di divorziare o si lamenti di una situazione. Nessuna delle due famiglia accetterebbe un comportamento improprio di una donna sposata, che deve essere sempre sottomessa al marito, al padre e alla suocera. Un comportamento non adeguato significar ebbe la vergogna familiare di fronte alla società.
Per aiutare le famiglie meno abbienti, che pure si sentono costrette a rispettare questo costume, e per cercare in qualche modo di ridimensionare la portata del costume stesso, si vanno diffondendo sempre più negli ultimi anni i matrimoni “collettivi". Gli introductory neet attirano un gran numero di ragazzi e ragazze che, in questo modo, vedono aumentare le possibilità di incontrare il partner più adatto, e semplificare il lungo e oneroso iter della selezione. Nei “ collective marriage tutte le spese sostenute vengono divise tra i partecipanti, e sono comunque piuttosto contenute, dal momento che la cerimonia si conclude in un solo giorno, invece che in tre come quella tradizionale. Si tratta, inoltre, di una festa semplice, comune a tutte le coppie, che non lascia spazio a forme di esibizionismo di nessun genere.
La  maggioranza delle spose indiane è vergine al momento del matrimonio. La verginità della sposa e la castità della moglie erano, e sono tuttora, valori fondamentali delle diversi gruppi sociali indiani. Una ragazza che abbia avuto una relazione prematrimoniale (che raramente succede) oltre a ridurre  le possibilità di trovare un buon marito, ma anche alle sorelle minori, macchiando l' onore e la reputazione dell'intera famiglia. Le ragazze sono quindi, in genere, sono educate per essere caste e riservate, non fanno vita sociale e non si rapportano con nessuno fuori l’ambito familiare.. e soprattutto stano zitte. Accettano qualunque decisione dai genitori o dai fratelli grandi. Non possono vestirsi in modo poco decoroso ne usare troppo trucco, devono usare sia il sari che il sawar kurta, in maniera decente, e nel caso delle ragazze musulmana, coprendosi le spalle con il “dopatta”.
Il sesso è argomento assolutamente tabù per le giovani indiane, che in genere non ne parlano con le proprie madri ne’ con nessuno. Di conseguenza, il primo rapporto costituisce un'esperienza drammatica per le ragazze, ma anche, in molti casi, per i ragazzi. Nella società rurale, spesso, nelle prime notti di matrimonio, la sposa viene “rinchiusa" in camera con il marito. Subendo uno "stupro legale".
I ragazzi, a loro volta, hanno più occasioni di acquisire conoscenze di tipo sessuale dai discorsi tra compagni di scuola, nelle città, dalle prostitute o ultimamente dalle turiste occidentali.
I problemi coniugali non sono mai affrontati perché  per la maggior parte delle coppie il concetto di privacy non essiste: i coniugi hanno diritto molto raramente ad una camera propria all' interno della famiglia estesa, in genere la sposa dorme con le altre donne e lo sposo con gli uomini. Ne deriva una scarsa intimità e, quindi, una scarsa conoscenza tra essi, che rende il rapporto sessuale un puro atto meccanico, privo di piacere
Tutto questo difficile sistema fa si che avere figlie in India supponga un vero problema. E una spesa che molte famiglie non si possono permettere. I soldi sono fondamentali, e alcune famiglie passano tutta la vita risparmiando per sposare le ragazze.
I figli maschi vanno a lavorare prima di aver finito gli studi, possono uscire e fare una vita più o meno libera.
Le ragazze finiscono a 14 anni la formazione scolastica e lavoreranno a casa per imparare i lavori domestici e prepararsi per il matrimonio. Non esiste la volontà di sapere, studiare, realizzarsi nella vita. Solo la preparazione per il matrimonio nel contesto familiare. Non devono essere viste da nessuno per non creare problemi di “innamoramenti non desiderati”

CITAZIONE. ANOOP, PANKAJ, IQBAL
ANOOP JAIN: 36 anni Guida turistico lingua spagnola, janista, buon livello economico. Sposato, tre figli:
“Non conoscevo lei, e non è stato gradevole. Le donne accettano e non dicono niente. Sono preparate per la procreazione. Le europee sono più belle e più intelligenti..sano usare l’informatica e viaggiano da sole”
PANKAJ: 21anni, lavora in Spagna da due anni, hindù
“In India esiste l’amore emozionale non pratico, e un sogno, un “dreams”. Penso che non è una buona cultura per le nuove generazioni”
ASIF KAHN, 35 anni, fidanzato con una europea. Musulmano
“Quando parlo del matrimonio della mie sorelle mi fa mal la testa, io non posso cambiare l’India, devo fare quello che si aspettano da me…”
PUSHPA SING: 42 anni, poliziotta, sposata, il marito sposato con un’altra donna, vivono tutti insieme. Adesso ha solo due figli maschi, la ragazza morì l’anno scorso vittima di un suicidio. Di idee moderne, vuole cambiare vita, ma il sistema non glielo permette. Prima della morte della figlia mi diceva:
“Vorrei tanto un uomo straniero per la mia figlia, che l’ami e che abbiamo soldi, poi andiamo tutti via da qua…!
Ho sentito alcune ragazze, svelare che avevano paura di sposarsi con un ubriaco o con un violento…ma parlano poco dell’argomento, ma vivono tutta la vita con la paura e l’ansia. Hanno sentito parlare dei suicidi domestici, degli assassini a casa del marito per non avere saldato la famiglia della ragazza la dote accordata.
E’ un mondo scioccante  e contraddittorio. La televisione di oggi, e il cinema di Bombay offrono modelli sociali diversi proponendo al pubblico indiano dei “dolci che non si possono mangiare”…se si rimane in India.
In cinema di Bollywood, con i suoi stereotipi e clichè,  disegna  un’immagine diversa di quello che è la vera realtà indiana. Esistono film d’autore, come i film della gran registra Deepa Metha, ma la maggioranza della popolazione indiana non vuol vedere, perché fa male, perche non sono autocritici o non vogliono esserlo, perche sicuramente non vogliono discutere o polemizzare contro un sistema che molto probabilmente ritengono ingiusto ma che purtroppo e dovuto alla pressione sociali non possono cambiare o modificare.
L’argomenti dei film, le canzoni dei film tutte romantiche di queste coppie che cantano parole di amore nei campi o nelle montagne delle Hymalaya, Londra,  Svizzera anche, canzoni che tutti conoscono e che  rimangono come un sogno, un “beautiful indian’s dream” e che mai sarà raggiungibile, una realtà mai conosciuta.

Secondo Marco Restelli  “cinema indiano, la globalizzazione e l’Italia” Un’oliata macchina per la produzione di sogni, cioè masala movie pensati per un pubblico popolare per il quale il cinema è sempre stato puro “territorio del sogno”, camera di compensazione delle miserie della realtà, spettacolarizzazione dei sentimenti (sostenuta da una recitazione che a occhi occidentali risultava enfatica e straniante), largo uso di numeri di musica e danza (mediamente sei a film) derivati da una intelligente reinterpretazione delle tradizioni musicali e teatrali dell’India classica . Un cinema per definizione “di evasione” che però talvolta riuscì anche a parlare dell’India reale in termini accessibili a un pubblico spesso analfabeta

Negli ultimi anni, stanno capitando molti rapporti tra indiani e straniere, per cui i matrimoni misti. Per i ragazzi è un vantaggio rapportarsi con una donna occidentale, in primo luogo possono vivere un rapporto veramente sentimentale, un rapporto di coppia vero e proprio e in secondo luogo da la possibilità di conoscere il mondo, un’altra cultura, e forse trovare un lavoro all’estero per migliorare l’economia familiare indiana. Oltre al divertimento, come andare al ristorante, cinema, teatro, discoteche, ecc. che non è possibile farlo con le donne indiane hanno la libertà di vita, di innamorarsi e sentire l’amore. E questo forse, un’altra motivazione che porta alla diaspora anche fuori del paese, per la libertà e la creazione di un nuovo nucleo familiare privo di queste responsabilità della società indiana.
Cosa aspetta in futuro alle nuove generazione della tecnologia, dell’informatica, dell’industrializzazione, dell’internazionalizzazione dei nuovi mercati?
Per quanto riguarda al matrimonio in diaspora in Italia, dobbiamo dire innanzitutto che non sono tanti gli indiani che lasciano l’India e si spostano qua per lavoro. Sono stati i sikks, provenienti dal Punjab indiano quelli che si sono sistema in zone di Emilia come Reggio Emilia, Parma, Piacenza…e che fanno lavori nei campi e allevamento di cavalli soprattutto. Quando portano le moglie qua, queste subiscono un tremendo sciok culturale e rimangono a casa a fare i lavori domestici e senza parlare ne’ imparare la lingua italiana. Sono praticamente isolate in una società che non capiscono ne vogliono capire perché è considerata libertina, alcolizzata e piena di brutte costumi che possono mettere a disaggio e in conflitto la rigida educazione indiana.
Normalmente la fidanzata la trovano in India e la portano in Italia. Può capitare come è successo in passato, un matrimonio misto fra indiano e italiana, ma in questo momento la legge indiana speciale per matrimoni misto è stata abolita, perché tanti punjabi hanno falsificato la documentazione richiesta per il matrimonio in Italia, e questo ha fatto che il governo indiano non conceda più il “nulla osta” per matrimonio straniero. Italia senza saperlo ha sposato ragazzi già sposati in India o che era fidanzati e si sono spossati dopo avendo la donna italiana.
In questo modo io governo indiano assicura comunque l’equilibrio del sistema indiano celebrando matrimonio con rituali religiosi indiani e Italia non genera poligamia all’insaputa.
Vediamo per tanto che è un sistema chiuso a sé, e che forse le nuove generazione potranno cambiare o modificare, ma non sarà facile, ci vorrà tempo e sicuramente un’attuazione delle donne, un svegliarsi al mondo e questo suppone una gran lotta sociale che devono intraprendere se vogliono la libertà di decidere il loro futuro.






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